Gita collaboratori 2018

Nella gradevole giornata soleggiata di sabato 20 Ottobre 2018

Gita Collaboratori 2018

Si e conclusa la gita annuale dei collaboratori della Parrocchia di santa Maria di Zevio è questa volta come metta il parroco Don Flavio a scelto la città di Mantova con un itinerario improntato alla scoperta della bellezza.

Visitando le Riserva Naturale delle Valli del Mincio verso la Riserva Naturale della Vallazza, con estensioni lungo il Basso Mincio fino al Po attraversando le chiuse di Leonardo fino ad arrivare a San Benedetto PO e proseguire con la visita alla sede della millenaria Abbazia benedettina del Polirone (Un imponente complesso monastico che comprende la maestosa chiesa abbaziale di Giulio Romano con visita guidata). 

La navigazione sul Lago in battello di due ore e mezza fu di una bellezza straordinaria da dove si ha un’inedita visione

Centro storico Mantova
del centro storico della città e della natura splendida del fiume tutto molto rilassante.

Lo staff o guida

un ragazzo tanto simpatico e competente ci ha raccontato diversi aspetti storici e naturalistici durante la navigazione. Nella parte più vicina alla riserva abbiamo potuto ammirare diverse animali come gli aironi cinerini, e diverse vegetazione particolare.

Arrivati a Governolo accediamo alla chiusa di navigazione dislivello fra i fiumi Mincio e Po.

dislivello fra i fiumi Mincio e Po

 avanziamo per un tratto mediano del Po

 tratto mediano del Po

per poi sbarcare a San Benedetto Po e proseguire in bus fino alla Abbazia benedettina del Polirone.

sbarcare a San Benedetto Po

Ci sarebbe tanto da raccontare di questa antichissima Abbazia benedettina del Polirone un vero gioiello fondata intorno al 1007 dal conte Tebaldo di Canossa e da alcuni monaci che vivevano secondo la regola benedettina, rimessa a nuovo dopo i danni subiti dal nefasto terremoto del Maggio 2012.

Il nostro percorso è iniziato dal Chiostro di San Simeone, il più raccolto dei chiostri ancora esistenti, tutto decorato con scene della vita di S. Simeone, chiostro della clausura monastica, su cui si affacciavano le celle dei monaci, e la farmacia. Gli affreschi un po usurati dal tempo e disegnati nella parte superiore delle parette testimoniano la storia del Santo.

Chiostro di San Simeone

proseguendo il nostro percorso siamo entrati nella chiesa per la porta posteriore in tanto che finiva l’ Omelia, queste portale fu particolarmente interessante per che si fa conoscer le statue dei santi

 statue dei santiche ornano la cappella opera di Antonio Begarelli, artista modenese che il Vasari definiscono “il Michelangelo della terracotta” e per la colonnina testimonianza archeologica che ci riporta le antiche fondazione monastica elle nuove struttura realizzata attraverso gli anni nella chiesa

– Bellissima la Cappella de Santa Maria

Cappella de Santa Maria

luogo della sepoltura di Matilde, ancora oggi richiamata dal mosaico pavimentale con le quattro Virtù cardinali, in cui è riconoscibile la figura della “Grancontessa”. I clipei presentano, in forma allegorica, scene di lotta tra il bene e il male.

– In seguito dopo una porta entriamo in un suggestivo posto chiamato Coro

coro

composto da una doppia fila di sedie, intagliati in legno noce nelle parete disegnata dal bresciano Giovanni Maria Pianta vigna tra il 1550 e il 1555,

coro1

luogo delle preghiere comunitaria dei monaci dove si riunivano sette volte al giorno per pregare in cantico, siamo ritornati indietro nel tempo con questi racconti del coro addirittura ci sembrava di ascoltare le voce melodiosa dei Monaci Benedettini che cantavano del Vespro in stile gregoriano. Al centro cera sistemato il badalone, su cui venivano appoggiati i grandi corali per il canto gregoriano.

– Più ci inoltravamo all’interno della chiesa sembrava tutto ancora affascinante con queste storia complessa dell’impronta artistica raccontata dalla guida turistica sulla quale ho concluso che le fondamenta dalla chiesa sono stati il frutto delle diverse testimonianza di Carità, Spiritualità, Povertà e Fede cristiana tramandata di generazione in generazione viva ancora oggi.

La guida ci a ha segnalato che tra le numerosissime opere degne di nota ci fa vedere come ospite principale la tomba della gran contessa !Matilde di Canossa, colei che fece la Storia!

– Di particolare pregio la Sagrestia ubicata in questa zona dove ci sono gli armadi preziosamente intagliati dal Piantavigna, nelle cui specchiettature sono riconoscibili gli apostoli e i santi più venerati nel monastero.

 Sagrestia

Finalmente arrivati al suggestivo raffinato ed omogeneo centro della chiesa con su diverse strutture romaniche e gotiche

strutture romaniche e gotiche

poi qualcuno ci ha chiamato per dirci che il tempo era concluso

 tempo

peccato c’è stato tutto cosi in fretta.

Per concludere siamo andati presso il refettorio dell’abbazia per la cena tipo buffet preparata da tutti collaboratori che erano presenti catechiste, Animatori, gruppi delle pulizie, cori, segreterie, consiglio affari economici e pastorale, lettori, ministri dell’eucaristia e alcuni cittadini della comunità che hanno partecipato, tutti hanno portato qualcosa di mangiare e abbiamo condivisi tra di noi con tanto amore.

In somma non è refettorio dell’abbaziamancato niente per fino anche il caffè grazie alla provvidenza.

È stato bellissimo! 🙂

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.